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REALTA' E REALTA' VIRTUALE
Non cogito ergo insulto. Se non capiamo che cosa sono internet e la realtà virtuale corriamo il rischio di perdere la testa nel web. di: Luca Pisano e Isabella Mastropasqua. Pubblicato nel “L’Unione Sarda” del 06.09.2015
Perché riteniamo di potere esprimere il nostro punto di vista ricorrendo a forme di comunicazione aggressive e offensive? Come mai, senza avere la necessaria preparazione, informazioni e competenze, clicchiamo “mi piace” su una notizia oppure la commentiamo denigrando altri cittadini o rappresentanti dello Stato? E soprattutto com’è possibile che alcuni di noi facciano tutto questo, scivolando nel razzismo, nell’omofobia e nel misoginismo, senza provare vergogna?
Ha quindi ragione Umberto Eco quando denuncia nel web “l'invasione degli imbecilli”?
Alcune ricerche, recentemente svolte da Luca Pisano per conto dell’Ufficio II del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità, Ministero della Giustizia e dall’IFOS – Master in Criminologia, suggeriscono che non siamo sempre in grado di concettualizzare la realtà e l’identità virtuale, ritenute erroneamente “fittizie” o “non completamente vere”. Non sentiamo, dunque, in alcune circostanze di dovere rispettare i limiti perché non riteniamo di essere soggettivamente implicati nelle azioni che compiamo nel web. Un po’ perché il virtuale non lo percepiamo come una forma di realtà e soprattutto perché l’identità virtuale la riteniamo disconnessa da quella reale. Siamo dunque imbecilli nel senso (etimologico) che siamo “senza bastone”, deficitari del necessario sostegno intellettuale per rappresentarci il virtuale. Sostegno che, tra l’altro, la società, la scuola e la famiglia spesso non ci forniscono.
Insomma quando navighiamo online corriamo il rischio di ritenere erroneamente la “realtà virtuale” un ossimoro. Soprattutto quando siamo attivati da forti e impetuose emozioni possiamo dimenticare che reale e virtuale non sono termini in contrapposizione e che il mondo virtuale sembra ma non è meno vero di quello reale. Se avessimo invece sempre chiaro che quando scriviamo o pubblichiamo una foto nel web manifestiamo la nostra identità virtuale, emanazione di quella reale, e che i commenti offensivi che postiamo nei social network sono simboli, talvolta i sintomi, della nostra (problematica) personalità, avremmo un dubbio. Forse capace di inibire l’azione offensiva. E provando vergogna eviteremmo di danneggiare anche la nostra reputazione online.
Ma se non concettualizziamo di avere un’identità virtuale, non riusciamo neanche a proteggerla, con il risultato che non sempre prestiamo la dovuta attenzione alle attività che compiamo nel web
Identità Virtuale: Teoria e Tecnica dell'indagine socio psico pedagogica online
di Luca Pisano, Franco Angeli, 2016
IFOS - sezione Stress, Traumi e Supporto psicologico per Emergenza COVID 19 - in collaborazione con Università Telematica Internazionale Uninettuno
Pubblicata la ricerca "TRAUMA PANDEMIA. Gli effetti psicologici del coronavirus sulla vita dei bambini Gli esiti dell’indagine esplorativa condotta su 5989 genitori residenti in Sardegna.
Pisano L., Cerniglia L. (2020)
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